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TERROIRVINO 2014: la Verticale Bianca

 

DETTORI ROMANGIA IGT

Ladies and gentlemen, from Sorso & Sennori, Golfo Asinara: Alessandro Dettori!
Applausi, applausi, applausi. Un viso proprio da ragazzo, Alessandro, con quella testa di riccioli che richiama un po’ tempi vintage: l’epoca di Battisti e delle motociclette cromate. Chissà che polvere, a correre per gli sterrati lungo la costa, col sole che picchia negli occhi al tramonto!
La provincia è Sassari, in quella parte di terra stesa tra Castel Sardo e Porto Torres. L’orizzonte è puntato verso Genova, di là dal mare e non verso la Corsica, come il resto della costa. In realtà, ovviamente, la frastagliata linea corsa è subito lì e bisogna allungare lo sguardo con un certo effetto per voler avvistare la Lanterna e il Porto Antico… Ma è comunque bella questa dichiarazione d’affetto di Alessandro: il Vermentino, una faccia una razza.
Romangia“, ovverosia “terre romanizzate”. Un’indicazione quasi banale in Italia: quale terra non è stata romanizzata, sotto l’impero? E però, che declinazione esotica quel “romangia”, quale elegante e profonda eredità riesce a racchiudere e a trasmettere. I Romani organizzarono queste lande partendo da Porto Torres. Sorso e Sennori sono oggi i due comuni della regione storica di Romangia: Sorsoa valle, più presso il mare; Sennori in collina, guardiano dall’alto. Qui sopra, a trecento metri sul livello di un mare distante poco più di quattro chilometri, il sole si riflette sulle rocce bianche di calcare. E’ caldo d’estate: la temperatura dei raggi è amplificata dal biancore, la luce è calore. Più giù, verso la costa, il terreno è sabbioso: le viti stanno come in spiaggia, con le radici come piedi che scavano la battigia. Sono alberi queste viti, in senso stretto. La tradizionale coltivazione ad alberello è ancora dominante, anche se… Costava poco, un tempo, quando erano solo le mani; costa molto oggi che le mani scarseggiano e impazza la meccanica.
A dirlo, sembra grande questa Romangia, con i suoi milleduecento ettari. É la seconda zona vitivinicola della Sardegna, dopo Alghero. Sembra grande e sicuramente è una delle zone meno conosciute in Italia. Nasce sul finire degli anni ’50 la cooperativa “Sorso e Sennori”, per tramontare poco dopo, nel corso dei ’60: troppa la vicinanza a Sassari, la seconda città della Sardegna, che assorbiva tutta la produzione dei vignaioli della zona e se ne beveva tutto il vino. Per fortuna è un sacco di tempo fa e oggi, qui intorno al tavolo delle Degustazioni Dal Basso, ce n’è anche per noi!
Sottolinea bene Alessandro, ma senza enfasi maniacale da protagonismo hollywoodiano, che non esiste chimica di sintesi nella sua cantina. La solforosa non vi trova alloggio nè alleati, innanzitutto per una ragione filologica. La vinificazione avviene col lavoro di lieviti indigeni lasciati assolutamente allo stato brado: SO2 tende, per sua natura, a svolgere un’azione di selezione dei lieviti, dal che si produrrebbe un controsenso. Tutto molto semplice nel racconto di Alessandro, che va via rapido, come se questa magia del fare il vino fosse una cosa troppo normale per doverci spendere un sacco di parole tecniche: vinificazione in vasche di cemento, macerazione tra i due e i sei giorni, successiva svinatura; il mosto continua a fermentare in altre vasche e si travasa per due o tre volte. Stop. Bottiglia. Godimento!

Dettori Bianco Romangia Igt 2002
Una vendemmia piovosa porta in dote un tannino, tra buccia e vinaccioli, troppo amaro. Inizialmente il vino era davvero molto cattivo, ci racconta Alessandro. La vendemmia ha comunque dovuto procedere perché si era già ai primi di Ottobre e aspettare il sole avrebbe solo voluto dire far maturare l’uva per disidratazione. Il che non è gran cosa: gli zuccheri si concentrano a causa dell’evaporazione dell’acqua del frutto e non come nutrimento che arriva dalla pianta agli acini. L’attenzione che Dettori rivolge alla vita vegetale in senso ampio è davvero una filosofia esistenziale.
Il bicchiere punge con l’attacco salino e offre poi un accenno di miele. Si gioca tutto su queste sensazioni, con il sale su un fondo di dolcezza: il palcoscenico è proprio della sapidità, che pulsa sulle gengive e sul palato.
Che spettacolo: un sorso molto pieno, ma molto tagliente!

Dettori Bianco Romangia Igt 2004
Una classicissima annata sarda dove tutto avviene in maniera molto semplice (!).
La sapidità è la protagonista, dietro una cornice croccante che ricorda il biscotto e arriva addirittura alla vinaccia e al distillato.
Ottimo.

Dettori Bianco Romangia Igt 2005
La vendemmia con cui si spegne il frigorifero in cantina: anche i bianchi vanno prodotti senza il controllo delle temperature! Una motivazione logistica esiste: la precedente cantina era fuori terra e soffriva quindi di caldo eccessivo durante le estati sarde. Nella nuova cantina sotterranea, generalmente il mosto non supera i 24/25 gradi.
L’annata, invece, è stata davvero tropicale e le viti hanno patito più caldo del dovuto.
Il naso si presenta con un accenno vago di agrume e parlotta di composta di mela cotogna. Si ritrova nel bicchiere quell’andamento climatico: sfondo di frutta tropicale inserito in una cornice di distillato. Arriva poi, nel retronasale, la sensazione precisa della polvere di tè. Pieno, sapido, ma un po’ corto, come si svuotasse subito.
Buonissimo.

Dettori Bianco Romangia Igt 2006
Monumentale: una jeroboam che sembra uscita da antichi sotterranei oscuri.
E i tempi di cui necessitava prima del servizio, indubbiamente, dovevano essere lenti e più rispettosi. La trasferta ha troppo scosso il vino, che appare assolutamente torbido, quasi opaco. Al naso, certa nota ossidativa che si ripresenta alla bocca. Invocava una lunga decantazione.
Peccato.

Dettori Bianco Romangia Igt 2009
Un bicchiere che si presenta come un gemellaggio ligure con un impatto di basilico. Poi, il tè freddo. La carica alcolica si indovina assolutamente impressionante, la struttura molto carica. Al palato incuriosisce quella sensazione di frizzante… “Questo vino è stato imbottigliato a Marzo. Ho cercato di fare lo scienziato e l’ho pagata!”, ci spiega Dettori. Le fasi di vinificazione, tradizionalmente prevedono un travaso all’aria, in modo da permettere all’anidride carbonica di liberarsi completamente. L’imbottigliamento a Marzo ha accorciato i tempi e la CO2 è rimasta in parte nella bottiglia. In molti lamentavano una “rifermentazione in bottiglia”!
Sensazioni curiose e sentori terragni per un vino molto interessante.

Dettori Bianco Romangia Igt 2012
Una vendemmia che ha avuto bisogno di dodici giorni di macerazione perché il mosto, continuamente, rimaneva leggero agli assaggi.
Presenta quasi un naso da passito! Albicocca, frutta gialla matura.
E, a sostenere l’arco, quella usuale sapidità eccelsa che ti permette di dire “No, non è un vino da dessert: è una meraviglia!”.

Stupisce, sulla tovaglia candida della saletta fronte mare, la sfumatura dei bicchieri colmi. Il giallo brillante, la sabbia, l’arancione più o meno limpido… Vermentino e nient’altro e nient’altro che anni diversi, dentro quei calici. Ovviamente diversi, come ogni vendemmia dall’altra.
Fuori dall’ordinario, si deve dire di questo Alessandro Dettori. Una scoperta imprescindibile.

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